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Hourou Musuko: un anime sull’identità di genere

Non è raro trovare in un anime o in un manga elementi che rendano dubbio o poco chiaro il genere di un personaggio. Chi (come me) è cresciuto con Lady Oscar sa bene che questa caratteristica non è certo una novità recente, anche se negli ultimi 10-15 anni si è verificata sempre più spesso, seppur solitamente con un ruolo marginale. Hourou Musuko si distingue da questi casi in cui il tema compare solo di sfuggita per aver posto l’identità di genere e tutto ciò che gira intorno ad essa al centro della sua trama.

Hourou Musuko (Wandering Son)

Adattato da un manga di Takako Shimura (autrice anche di Aoi Hana e di altre storie vicine al mondo LGBT+), l’anime di Hourou Musuko racconta della pubertà di Shuiichi “Nitorin” Nitori, biologicamente maschio, ma in fase di riconoscimento della propria identità femminile. Insieme a Shuiichi, troviamo molti altri personaggi, tra i quali spiccano le sue compagne Yoshino Takatsuki, una bambina che ama mostrarsi con uno stile maschile, e Saori Chiba, un’altra bambina dal pessimo carattere che incoraggia Shuiichi a indossare vestiti femminili.

NB: l’anime inizia con i protagonisti alle scuole medie, mentre il manga (purtroppo mai uscito ufficialmente in Italia, ma disponibile in inglese con il titolo Wandering Son) parte fin dalla quinta elementare.

ATTENZIONE: da qui in poi potrebbero esserci spoiler; continua a tuo rischio e pericolo.

Parto subito col dire che, a mio parere, l’anime di per sé non è eccezionale: al di là dell’ottima scelta stilistica fatta di disegni e colori delicati, l’ho trovato leggermente noioso nella prima parte, mentre la seconda metà è molto più gradevole; probabilmente aver tagliato l’inizio della storia non è stata un’ottima scelta e ha parzialmente rovinato il mio coinvolgimento emotivo nella storia. Ciò nonostante, il modo in cui viene trattata la tematica principale è interessante e approfondisce diversi aspetti e problemi derivati (ma non sempre causati) dall’incongruenza di genere.

I familiari ostili, l’obbligo di vestirsi in una determinata maniera, le complicazioni nei rapporti sia sentimentali che di amicizia, il giudizio della società, il bullismo: Nitorin si ritroverà ad affrontare tutti questi ostacoli nell’accettare la propria identità, una battaglia che dovrà fronteggiare in buona parte da sola. Fortunatamente, ci saranno anche alcuni alleati che la supporteranno e altri che cambieranno progressivamente idea su di lei.

Yoshino, Shuichi e Saori

Ho apprezzato particolarmente il personaggio di Anna, la quale passa da un totale disinteresse verso Nitorin ad avviare una relazione sentimentale con lei; pur non essendo mai stata realmente ostile verso la protagonista, il fatto che conoscendola meglio sia riuscita con naturalezza ad ignorare la natura di Nitorin è un elemento molto interessante.

Discorso molto diverso per Maho, la sorella maggiore di Nitorin, che rimane costantemente contraria alla sua femminilità. Maho è un ostacolo importante per la protagonista, in quanto familiare molto vicino dal quale ci si aspetterebbe pieno supporto, mentre al contrario risulta molto avversa alla situazione. Pur essendo fondamentale, agendo quasi da antagonista della storia e rappresentando alla perfezione il suo personaggio, fa comunque un certo effetto vedere le sue reazioni spesso aggressive nei confronti di Nitorin.

Un altro personaggio interessante è Shinpei, un compagno di Shuichi che inizialmente la bullizza per poi cambiare idea in seguito a un incontro con una donna transessuale; questo cambiamento rimane solo abbozzato nell’anime, mentre nel manga dovrebbe essere più approfondito.

La donna transessuale incontrata da Shinpei è Yuki, fidanzata con Shiina; questa coppia di tanto in tanto supporterà Shuichi e Yoshino grazie al loro punto di vista adulto. C’è da dire che, nonostante sia fidanzato con una donna che ha seguito questo percorso, il comportamento di Shiina talvolta è abbastanza discutibile, ad esempio quando fraintende la presenza di Yoshino temendo un tradimento di Yuki.

Pare che rubare i vestiti alla propria sorella sia una brutta idea

L’evoluzione di Shuichi passa per molti aspetti della vita quotidiana: dalla scuola alle amicizie, dalla famiglia all’amore; da questo punto di vista, l’anime riesce a sviscerare molte delle questioni che orbitano intorno all’identità di genere e alle sue molteplici declinazioni, le quali sono rappresentate in maniera discretamente ampia dai vari personaggi.

Nel complesso, a dispetto di alcuni difetti derivati dall’essere solo una parte della storia completa, l’anime di Hourou Musuko riesce a far percepire le difficoltà che le persone transgender e transessuali sono costrette ad affrontare; non credo di poter parlare a nome di chi vive realmente questa situazione, ma quanto meno da osservatore esterno mi ha fatto riflettere su alcune questioni che effettivamente non avevo mai valutato fino in fondo. A questo punto, penso che valga la pena di leggere anche il manga.

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