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C Danchi: un’opportunità sprecata

Esce un anime horror poco prima di Halloween e che vuoi fare, non lo guardi? Certo che no. Prodotta da Adult Swim e scritta da Amphibian (già noto per la visual novel horror Raging Loop) , C Danchi sarebbe stata la serie perfetta da guardare il 31 ottobre, se non fosse che è afflitta da talmente tanti problemi da risultare mediocre.

C Danchi / Housing Complex C

C Danchi è interamente ambientato in un condominio, denominato appunto C, della cittadina marittima di Kurosaki; gli abitanti dello stabile vanno d’amore e d’accordo, sopratutto con e grazie alla piccola Kimi che porta un po’ di sana allegria, ma le cose iniziano a prendere una strana piega quando un gruppo di immigrati (credo mediorientali) si trasferisce nel palazzo.

Prima di andare più a fondo nella serie, togliamoci di torno una questione importante: attualmente esiste solo il doppiaggio inglese e personalmente temevo che questo avrebbe rovinato la mia esperienza. Sebbene in alcune parti sia ridicolo e la pronuncia americana di nomi e parole giapponesi è sempre un pugno allo stomaco, posso dire che il doppiaggio è proprio l’ultimo dei problemi di questo anime.

ATTENZIONE: da qui in poi potrebbero esserci spoiler; continua a tuo rischio e pericolo.

L’idea alla base di C Danchi, di per sè, non è male: l’ambientazione circoscritta a un palazzo funziona bene per un horror di questo tipo, i conflitti tra i personaggi che portano alla follia generale hanno un loro senso e la realtà che si cela dietro a questo condominio è interessante, per quanto non proprio originalissima. Intorno a questi elementi positivi, tuttavia, sarebbe stato necessario costruire una storia in grado di aggiungere poco per volta pezzi del puzzle. Ed è qui che emerge il primo problema: in soli quattro episodi, non c’è assolutamente il tempo per sviluppare una trama di una certa profondità, a maggior ragione se stiamo parlando di horror di matrice Lovecraftiana. Senza contare che il ritmo dei quattro episodi è completamente sfasato: i primi due in particolare peccano di inutilità in molte scene, dilungandosi in dettagli poco significativi e in momenti poco degni di attenzione; d’altra parte, l’ultimo preme sull’acceleratore come se non ci fosse un domani e arriva frettolosamente a una conclusione purtroppo resa parzialmente banale e prevedibile da quanto successo in precedenza.

Due bambine che si intrufolano in una caverna segreta: cosa potrà mai andare storto?

La scarsa durata penalizza l’anime anche dal punto di vista dell’apprezzabilità dei personaggi: devo dire che l’unico che non mi è dispiaciuto e che ha un minimo di profondità è Kan, una sorta di gigante buono inizialmente incolpato di essere il cattivo di turno, per poi rivelarsi quasi un eroe. Sulle due bambine, invece, non so bene cosa pensare: è palese fin dall’inizio che Kimi non sia semplicemente una bambina come tante altre, ma la sue azioni e le sue motivazioni non risultano così interessanti come avrebbero dovuto; di Yuri, invece… cosa si può dire? La sua personalità viene solo minimamente sfiorata e riesce comunque a fare un’inversione completa, e sebbene la cosa faccia tutto sommato un buon effetto, sarebbe stato importante conoscerla meglio prima di ribaltarla del tutto.

Per il resto, poi, abbiamo personaggi più o meno di poco conto: dai folli di Yuri che si rivelano due pazzi assassini alla vecchia razzista che però diventa un pezzo di pane un po’ a caso (non proprio, lo so, ma fondamentalmente è così), passando per il ragazzino hikikomori che si vede per ben due secondi e i ragazzi immigrati quasi totalmente anonimi ad eccezione di Kan e di un altro. Quasi nessuno dei personaggi, purtroppo, è realmente memorabile, tant’è che oltre a Kan salverei solo il vecchio che riesce a scoprire la verità, prima di fare una brutta fine.

BFF… più o meno.

Volendo cercare il pelo nell’uovo (ma neanche troppo, in realtà), c’è un’altra cosa che mi ha dato abbastanza fastidio: mettere ogni due minuti la musica di tensione non rende la componente horror più efficace; anzi, alla quinta volta che non succedeva niente di importante ho smesso di farci caso. È esattamente l’effetto al lupo al lupo, dovrebbero saperlo pure i sassi. Perfino il contrasto tra personaggi infantili e storia horror risente di tutti questi difetti: siamo lontani anni luce da ciò che rese celebre Higurashi anni fa e il fattore moe è pressochè inesistente.

Purtroppo, C Danchi ha avuto l’ambizione di voler essere qualcosa che non avrebbe mai potuto raggiungere. Ci sono indubbiamente elementi ben fatti, come la parte slasher verso la fine e in generale la leggenda e gli elementi mitologici che fanno da sfondo al tutto, ma non è stato sufficiente. Un vero peccato, la premessa mi aveva incuriosito.

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